IL FOTORITOCCO È UN PROCESSO INEVITABILE NELLA REALIZZAZIONE DI IMMAGINI PROFESSIONALI.

Consta di due momenti:
Il primo è lo sviluppo del file grezzo (RAW), un passaggio obbligato che consiste nello stabilire il profilo iniziale più adatto all’immagine. Facendo un parallelo con la fotografia analogica è come scegliere su quale pellicola scattare, solo che un tempo lo si faceva prima di accendere la fotocamera mentre oggi, lavorando in digitale, diventa un’opzione importante dopo lo scatto.

Il secondo è il lavoro correttivo-creativo: vengono ottimizzati luci e contrasti, corretti eventuali difetti macroscopici dell’ambiente, del fondale e della pelle, e alla fine si passa alla color correction.

IN NESSUN CASO IL FOTORITOCCO MIRA A STRAVOLGERE LA NATURALEZZA DEL SOGGETTO

a rendere la sua pelle artificialmente liscia, o la sua fisicità diversa da quella che è, a meno che non venga espressamente richiesto dal cliente o la tipologia di servizio non preveda questo tipo di interventi.

Ad esempio la fotografia per le agenzie di management richiede ritocchi minimi, possibilmente limitati esclusivamente allo sviluppo del RAW. La fotografia editoriale e commerciale invece necessita sempre di interventi mirati alla correzione della pelle e degli abiti, e fatti in maniera tale che il lavoro del ritoccatore risulti “invisibile”. Nella fotografia artistica o di taglio più interpretativo infine si può andare un po’ più lontano con le modifiche stando però attenti a non perdersi nelle infinite possibilità che il lavoro al computer offre e mirando a conservare una coerenza di fondo.

Di seguito alcuni esempi che illustrano tre tipologie tipiche di fotoritocco.